giovedì 26 maggio 2016

L' oceano nella mia stanza


Forse sei tu che mi vieni a trovare, forse nemmeno lo so chi sei. So che quando arrivi così senza avvisare mi prende una grande nostalgia, che se sapessi nuotare inizierei a farlo. Nuoterei. Come fai tu, che negli occhi hai sempre le navi, negli occhi hai dipinto l'oceano. Perché ferma non riesci davvero a stare. 

Sei tu questa. Ha lavorato la mia memoria per ripristinare anche solo qualche particolare raccolto in passato che sembra lontano, il resto l'ho lasciato alla mia fantasia; però sei tu, che mi vieni a trovare. Sei tu. Con quel sorriso di malinconia e io ti dico "torna", ma non è tempo. E tu sei già in viaggio.
Sei tu. Sei tu quando parti.



- Mi dica, dove va? -

- Vado -

- Su questo nessun dubbio signorina, ma parte o ritorna? -

- ... Parto -

- Ne è sicura? - 

- Ritorno. -

- Si decida, parte o ritorna? -

- Entrambe. E' sempre così difficile scegliere. Quando si parte si lascia tutto, quando si ritorna ci si lascia alle spalle il resto. -

- E lei ha scelto per il tutto o per il resto? -

- Se ci fosse la possibilità di un via di mezzo io avrei scelto quella. Se si potesse partire e tornare insieme. Invece no, qualcosa si perde sempre -

- Mi dica, cosa ha paura di perdere? - 

Silenzio

- Non lo sa? Non sa cosa non vorrebbe perdere?

Silenzio 

- Il tutto. Il resto. La vita. Ho paura di perdere questo. In ordine ho paura di perdere: il tutto, il resto e la vita. -

- Capisco -

- No-

- Cosa no? -

- No, lei mi dispiace ma non capisce. Non può capire. -

- E perché mai non dovrei  capire? -

- Perché lei non ha gli occhi -

Ride

- Gli occhi? Questa è davvero bella. Venti anni di onorato servizio e una cosa così non l'avevo mai sentita! -

- Parlo degli occhi veri. Quelli con cui si guarda il mondo, il mondo in maniera sempre nuova. Gli occhi che fanno innamorare le persone. Gli occhi a cui pensa lei, a cui pensano tutti, alla lunga stancano. Ma questi occhi, di cui le parlo io, sono eterni. Fanno un male tremendo, come una spina o una ferita sempre aperta, ma sono veri. -

Lei li aveva, è per quello che ne poteva parlare.

Se ne era andata. Non si sapeva bene se fosse partita o tornata, ma era di nuovo in viaggio.
Faceva male pensarla in viaggio, ma che bene al cuore che faceva invece pensare a quegli occhi.

Aveva lasciato un biglietto che diceva all'incirca così: 


"Se le chiedono se sono viva, lei non dica nulla. Lei faccia finta di niente, come se niente fosse. La prego. Se le dovessero domandare dove mi trovo, lei risponda che non c'è posto per me, non c'è posto alcuno; dica loro che nemmeno le ceneri mi vogliono, che il mare non mi inghiotte e la terra non mi vuole masticare. Non c'è morte per me, non c'è riposo, non c'è un bosco dove mi senta al sicuro. Sono in eterna partenza e costante ritorno; sono la nuvola che vola sopra la testa delle persone per bene. 
Di notte tengo sveglie le persone delle mie spiagge e di giorno distribuisco speranze che annegano nel mare ( è questione di fuso orario)."

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