lunedì 14 dicembre 2015

Persino questa notte mi sono scordato di dormire

Io non riesco ad essere egoista quando si parla di sonno. 
Prima di dormire devo pensare ad un sacco di cose che mi frullano per la testa. 
Ci ho provato a chiudere gli occhi e basta; a fare finta di niente. 
Ma non ce la faccio, lo giuro. 
Ogni sera mi sdraio ed è così naturale chiedersi cosa diavolo starà facendo l'oceano dall'altra parte del mondo. 
Quanto sonno avrà il marinaio intrappolato nella bocca della tempesta? Non riesce a uscirne e si sforza, ma le vele sono zuppe e il mare è più forte di mille eserciti. 
Cosa avrà nella testa quel pirata che da quando è nato si è convinto di saper solo rubare e a lui nemmeno piace l'oro, ma si vergogna a dirlo agli altri mascalzoni e sotto il cuscino colleziona bottoni?
E a quell'uomo che ha sposato il silenzio e le montagne? Nessuno ci pensa mai? A quale freddo deve patire ogni notte per amore delle cime. 

Spesso la mente ritorna.
Funziona così. È come un circolo vizioso. 
Non posso fare a meno di pensare a quella prostituta sulle strade di Gerusalemme che ogni sera chiamava 'amore' ciò che le spezzava quotidianamente il cuore; per quattro spiccioli e un poco di notorietà . 
Non l'aveva persa la dignità, la stava solo cercando per strada, ma ci vuole tempo. Come in tutte le cose. 
Si sarà già addormentato quell'uomo che in prigione era più libero di molti altri che pensano invece di esserlo da sempre? Potessi dirgli due parole o anche chiedergli come si fa. 
Come si fa a guardare oltre le mura degli occhi e del cuore?
Sarà sicuramente stanca quella donna che in periferia di Lisbona usava il canto come rimedio per il pagamento dell'affitto di casa. Non avrà sonno? Anche a cantare ci si stanca. 
E quel barbone che ha chiesto per anni un po' di carità disteso per terra e ora cerca pace nelle chiese vuote di Parigi? 
La città che ha dimenticato i suoi figli. Persino quell'uomo chiede aiuto ad un Dio a cui gli abitanti di Parigi hanno smesso di credere da tempo.  

Per quella strada di Londra, dove ho perso la memoria, chi starà camminando? 
Almeno qualcuno, da qualche parte, starà leggendo il mio libro preferito! Lo spero!

Ho in mente una data e non so perché: 1934. 
Quanta gente dormiva a quest'ora nel 1934? 
Credo fossero tutti svegli. 

I pesci a quest'ora hanno paura? 
E soprattutto: i pesci hanno sempre voglia di nuotare? 

Un giorno ho assaggiato un buon vino e ho pensato al lavoro dell'uomo e al gusto per le cose buone.
È tutta un'altra cosa se le vedi come devono essere viste le cose. 
Quel vino non era solo vino, ma sudore, fatica, bestemmie, imprecazioni, ringraziamenti, preghiere, speranze, amarezze e uva. 
Tutto questo in un sorso. 
Che signor vino! 
Ora a ripensarci ne vorrei un bicchiere. 
Chissà se riposa anche il vino.. 

Ci pensate mai che potrebbe esserci un posto che non ha mai conosciuto rumore? Il silenzio ne ha fatto la sua dimora e riposa con la coperta, il camino e tutto il resto assiste con la bocca cucita. 

Pensate a quante sigarette.
A quanti veleni e a quanti terremoti.

Un treno parte e una ragazza perde una lacrima.
Vola via anche il desiderio sulle rotaie con il vento e tutto si perde in un vortice di rimpianti.

La mongolfiera del pirata, che ha deciso finalmente di cambiare vita, è arrivata in città.
Porta una collezione di bottoni con sé, il bottino più grande di sempre, un sacchetto di ricordi sbiaditi su cui ha appoggiato la testa centinaia di volte.
 

E quell'alba sulle coste dell'Africa. 
Il sole avrà finito di sorgere? O starà ancora riposando? 
Il Sole non va mai in ferie ? 

No, appunto.
Lancia ora i suoi raggi lontano ed entrano di soppiatto nella mia camera! 

Diamine anche questa notte mi sono dimenticato di dormire. 
Sarà per un'altra volta.

2 commenti:

  1. Ciao Sebastiano.

    É da tempo che desidero scriverti, ma solo oggi ho abbastanza coraggio. Sai, mi sembra sempre di rovinare tutta la poesia che crei e doni, con la mia semplice prosa di commentatrice che non sono.
    Ti confesso che ogni sera entro nel tuo blog nella speranza di un tuo nuovo racconto che mi permetta di accucciarmi nel mio letto e addormentarmi in un altro, in un letto di chissà quale città di cui tu mi fai rivivere i profumi, le voci, i panorami.
    Credo tu abbia l'invidiabile capacità di creare mondi belli e sospesi terribilmente e uso questo avverbio perché credo sottolinei il fatto che queste realtà, nella lettura, mi sembrano vere, concrete, vissute, quando, al contrario, sono consapevolissima di non essermi mai mossa da sotto le coperte. Eppure so di aver provato quelle sensazioni che le tue parole mi hanno fatto provare.
    Per questo volevo ringraziarti per tutte le storie che mi hai fatto vivere e pregarti di non smettere mai,

    Ragazza che, come te e grazie a te, vive di parole, immagini e suoni ❤

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  2. Ciao!
    Sono io che ringrazio te invece. E' proprio vero ciò che affermava un grande uomo di nome Charles Pierre Péguy, morto più di un secolo fa, ovvero che tutta la letteratura è una lettera.
    Quando si scrive, lo si fa sempre per qualcuno.
    Per quanto riguarda il continuare a scrivere non credo ci siano dubbi : prima di ogni altra persona sono io ad aver bisogno di scrivere, la sento come una necessità. Ho bisogno di ciò che scrivo.
    Grazie ancora! A presto.

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