domenica 24 aprile 2016

Per ogni onda una tempesta

Il mare non prometteva nulla di buono e l'adagio dondolare delle barche nel porto non erano che un lontano ricordo nei suoi pensieri. A dirla tutta era il cielo a non promettere nulla di piacevole, il mare è sempre lo stesso; alle volte più arrabbiato del solito, questo certo, però il mare rimane quello. Il mare, pensava lui, è una promessa che si esaudisce ogni volta che lo si guarda. Una donna che non si stanca di nascondersi e farsi guardare.
Stava lì seduto sulla prua di quella barca che avrebbe avuto bisogno di due o tre mani di vernice, ma ai loro occhi pareva una vascello di una storia troppo passata per essere così viva. Lasciava penzolare i piedi a filo dell'acqua e capitava alle volte che le onde si divertissero a bagnargli i piedi. Era fredda l'acqua, non era di certo stagione di bagni e costumi. Con quel tempo delle persone assennate avrebbero scelto il caldo di un camino al vento battagliero di un nord senza bussola.
Stando appollaiato lì rimuginava riguardo a cose che credeva non avrebbe più potuto cambiare, perché da tempo le aveva ormai prese con sé la morte. Pensava che è davvero brutto quando non puoi più farci niente. E' come per il mare. Quando questo vorrebbe salire sulla terra ferma, ma si deve accontentare dello spazio che gli è stato concesso. E' davvero brutto quando non c'è più nulla da fare. E poi ci si arriva sempre troppo tardi: nel momento in cui ogni speranza si ritira si è disposti a dare tutto. Spesso si arriva tardi. Quel giorno Abel aveva voglia di fare milioni di errori, di farsi odiare da tutti e di mettersi in mostra, ma non voleva arrivare tardi.
Ellie continuava a sostenere che la cosa più saggia da fare sarebbe stato tornare indietro perché iniziava ad alzarsi uno di quei venti che non intende risparmiare niente e nessuno. Lei aveva il viso cosparso di lentiggini che la rendevano diversa da ogni ragazza della città; sulle sue labbra si intravedeva un velo di innocenza che solitamente  metteva a disagio le persone. Ma non era tempo di innocenza e nemmeno tempo di tornare indietro, non era questo il momento: ora la battaglia, ora sarebbe venuta a galla la verità. Arriva il momento in cui ci si guarda in faccia e, alle volte senza dirselo, si ha il bisogno di diventare uomini. Ellie era ancora troppo innocente per diventare donna, Abel si sarebbe volentieri sporcato le mani per essere riconosciuto in città come uomo. Avrebbe affrontato il temporale. Avrebbe affrontato il mare e anche Dio se fosse stato necessario. Perché, alla fin fine, se non si diventa uomini prima di morire, può forse esistere un Dio?
Iniziò a piovere a dirotto e Cole, che fino a quel momento era rimasto in disparte seduto a poppa, si espresse con uno di quei sorrisi che gli si dipingevano sul volto ogni qual volta che era indeciso sul da farsi; probabilmente anche lui come Ellie avrebbe avuto voglia di stare al caldo, ma allo stesso tempo sembrava curioso di vedere come sarebbe andata a finire la faccenda. Abel gli sembrava diverso, era senza dubbio diverso dal giorno prima. Era diverso rispetto agli anni che aveva vissuto fino a quel giorno, da quando lo conosceva lui. Da quando sua madre lo aveva partorito con fatica. Era come se in una notte, in sole poche ore, avesse scelto di diventare uomo. Come quando si decide di partire o di ridere. Come se avesse scelto di assecondare una profonda esigenza che ogni giorno si stupiva di avere, dato la sua poca vita. Aveva deciso di uscire con la tempesta ed era persino riuscito a convincere sia Ellie che Cole.
La pioggia batteva forte e Abel si chiedeva che cosa servisse la pioggia al mare. Forse a dirgli che non è solo come crede. A dargli fastidio o solo un forte solletico. Lo scrosciare delle gocce nell'infrangersi contro altra acqua rendeva il paesaggio ancora più violento, e grandi spruzzi di acqua salata mista ad acqua piovana schiaffeggiavano il viso di Ellie che, come se non bastasse tutto quel navigare, era rigato dalle lacrime. I suoi capelli si erano attaccati alla fronte e il suo vestito ricamato aveva preso le forme del suo corpo, ma tutto questo non le impediva di essere bella. Ellie era davvero bella, di quella bellezza su cui rimugini la sera a letto. Di cui ricordi un maledetto particolare che non puoi fare a meno di scordare. Quegli scorci fotografici che ti rimangono impressi e preghi di ritrovarli per strada, magari anche in un'altra persona. Quella bellezza che Abel sosteneva fosse dell'arte, di un'arte che non muore mai. Ellie lo sapeva di essere così. Sapeva di essere l'attrazione della città, che non contava molte anime, ma certamente altrettanti corpi. Alcuni la ritenevano senza ombra di dubbio una ragazza strana e quindi interessante, e tutti gli altri invece la guardavano  con la coda dell'occhio, come se non gli importasse, ma la verità era che questi erano proprio coloro che aspettavano che lei facesse le scale di casa e imboccasse la via che la portava in città. Lei lo sapeva, ma sentiva solamente un grande peso. Così appesantita da tutti quegli sguardi da sentirsi male. Era per questo che stava con Abel; lui non si soffermava a guardarla come tutti, non la fissava, ma con un'occhiata le faceva capire che se in vita si fosse mai sposato, avrebbe scelto di sposarsi con lei, magari tra qualche anno.
Era per la sua innocenza che Ellie aveva scelto quel giorno di uscire in mare, come una vera incosciente.
Era per assoluta arroganza che Abel aveva deciso di uscire in barca, con quella coscienza della realtà così  spregiudicata che lo spingeva a fare cose che un ragazzo dai capelli  lisci non avrebbe mai fatto. Da quando infatti era nato aveva sempre avuto capelli che si srotolavano su loro stessi. Ogni cosa in lui richiamava la guerra: dal naso all'insù, ai capelli e per non parlare di quello sguardo che aveva tutta l'aria di un'invettiva ogni volta che veniva sguainato. Sempre armato di una battaglia che alle volte non sembrava nemmeno appartenergli.
Quando la pioggia incomincia a farsi così fitta non si riesce più a vedere oltre il proprio naso. Abel non vedeva che acqua. Non vedeva nemmeno Ellie, ammesso che fosse riuscita a trovare appiglio. Ammesso che Ellie non fosse tra le onde ora a piangere le poche lacrime rimaste.
Quando la pioggia è così fitta fa male. 
Con la passare dei minuti si allungava la vista sulle cose e ogni onda riconquistava la sua giusta forma. E' bello quando si riscoprono gli oggetti,  quando si riscopre il mondo. Come quando dopo essere usciti da un luogo buio ci si imbatte nuovamente nella luce e, dopo un attimo di smarrimento, ogni cosa del mondo ti dice "Guarda! Io sono così!".
Ogni onda al suo giusto posto, persino con un po' di schiuma, per ricordare il passaggio del vento. 
Abel voltò la testa,dopo quella prolungata solitudine personale di cui ogni uomo dovrebbe godere ogni tanto, e vide Cole seduto, come se nulla fosse successo. Rideva divertito e sembrava quasi volerne ancora di acqua, nonostante fosse bagnato dalla testa ai piedi. 
Ma non vide solo Cole, al contrario, gli sembrò di vedere soltanto Ellie. Portava sul viso sempre quella  sua innocenza che a tratti però lasciava spazio ad un coraggio che nessuno in città avrebbe potuto dire femminile, tanto meno di una come Ellie. 
Seguì un silenzio atroce. Non perché nessuno avesse niente da dire, ma perché ognuno di loro aspettava qualcosa, senza magari nemmeno sapere cosa. Il silenzio serve a questo, giusto? Non è forse un continuo protendersi con rispetto verso qualcuno o qualcosa che con prepotenza irromperà nella nostra vita?.
- Ora possiamo tornare a casa, se ne avete voglia- sussurrò Abel, come se parlasse tra sé e sé.
Il mare era proprio come lui. Ora lo aveva capito. O forse era lui ad essere come il mare. Diamine! Non sapeva a chi attribuire il primato, forse al mare data la sua età, ma sentiva che avevano qualcosa che gli legava per sempre. Nel modo di urlare e di scagliare tempeste. Erano entrambi fatti per guerreggiare e, alla sera, cercare il disperato riposo. Avevano lo stesso modo di guardare Ellie e cancellarle le lacrime dal viso dopo averla fatta piangere. Avevano lo stesso modo di farle del male e poi chinarsi per una carezza.
- Restiamo. Possiamo restare - disse lei, mostrando quell'orgoglio di chi non ha paura del sale sulla pelle.